Hackathon sulla neve per il team di SpazioDati

08 Marzo 2018

Esplosioni di creatività, sperimentazioni cutting-edge, una natura mozzafiato e tante calorie! Così si potrebbe riassumere l’hackathon che SpazioDati ha organizzato in Val di Non, Trentino.

Per la precisione, l’hackathon ha avuto luogo in quel di Predaia, e ha coinvolto tutto il team di SpazioDati: non solo il gruppo trentino, dunque, ma anche quello pisano, che ha così potuto scoprire le meraviglie dell’inverno trentino (per la cronaca: nonostante a Predaia ci fosse la neve, faceva meno freddo lì che a Trento in questi giorni…).

Oltre a riunire il team, l’hackathon è stata una bella occasione per scatenare tutto il potenziale creativo di SpazioDati, mescolando gli sviluppatori con persone del reparto commerciale o del marketing, e sperimentando idee uniche e “out of the box”. Per tale ragione sono stati creati otto gruppi con otto diversi compiti.

Il team “Improve Atoka search by name” ha provato a migliorare la ricerca per nome delle aziende in Atoka. «Volevamo cercare di rendere i risultati della ricerca più rilevanti e coerenti con le aspettative degli utenti – spiega Michele Pittoni –. Abbiamo perciò ipotizzato una modifica all’algoritmo in modo da interpretare meglio l’input dell’utente, e favorire quelle imprese con la miglior corrispondenza. Inoltre abbiamo provato a considerare la dimensione dell’azienda (come indicatore di quanto è conosciuta) per ordinare i risultati».

Il gruppo “Wolfram Atokalpha”, racconta Stefano Parmesan, si è invece cimentato nella «realizzazione di un sistema simile al motore computazionale di conoscenza Wolfram Alpha, con l’obiettivo di rispondere a domande sulle aziende italiane attraverso il data-base di Atoka». I casi d’uso ipotizzati dal team sono stati due: il primo, semplificare l’accesso ai dati di Atoka consentendo di costruire query complesse a partire da una semplice domanda a testo libero (ad esempio: quante sono le aziende in Toscana con più di 10 milioni di ricavi?); il secondo, creare un BOT in grado di rispondere a domande precise, da integrare negli assistenti digitali in commercio. «Siamo riusciti a realizzare, rispettivamente, un prototipo in grado di capire domande basilari e mostrare i risultati relativi, e un esempio di BOT interattivo capace di dare risposte puntuali ad alcuni tipi di domande» conclude Stefano.

Il gruppo con Nicola Sambin si è potuto dedicare alla prototipazione di una funzione di raccomandazione. Il concetto di “raccomandazione” è familiare a chiunque faccia acquisti sul web: per esempio, l’utente di una libreria online, se compra spesso romanzi thriller di un certo autore, riceverà dal sito stesso segnalazioni su romanzi simili scritti da altri autori.

«Abbiamo provato a creare un sistema di raccomandazione cosiddetto item-based: per ogni azienda l’algoritmo elaborato propone aziende simili – spiega Nicola –. A tale proposito ci siamo dovuti interrogare sul concetto di similarità che volevamo implementare. Abbiamo definito simili l’azienda A1 e l’azienda A2, dal punto di vista di un utente di Atoka U, quando A1 e A2 sono intercambiabili nei processi produttivi o commerciali di U. Questo concetto di similarità tira in ballo, pertanto, la soggettività di un utente, e in effetti tale personalizzazione è imprescindibile».

Lo scenario immaginato è quello di U che, nell’ambiente Atoka, visiti la scheda azienda di A1, e al quale vengono raccomandate altre aziende basandosi a) sui dati di A1, in particolare il contenuto testuale del sito web aziendale; b) la ricerca compiuta da U per arrivare alla scheda dell’azienda; c) il profilo degli interessi di U. «Nella demo realizzata – conclude Nicola – tali raccomandazioni sono state proposte in calce alla scheda dell’azienda».

Kenny Bergamo e i suoi colleghi si sono concentrati «sulla possibilità di inserire dei grafici di analisi con dati aggregati su liste e ricerche del cliente, con possibilità di comparazione con altre liste e altre ricerche per ottenere utili insights».

Il gruppo “Atoka onboarding – guided tour” ha invece avuto come obiettivo «quello di fornire agli utenti una visione d’insieme delle funzionalità di Atoka, e qualche consiglio per un uso efficace della piattaforma – spiega Marianna Stefenelli –. Abbiamo quindi realizzato un tour guidato interattivo nel quale si accompagna l’utente attraverso un percorso guidato per sfruttare al meglio i filtri di ricerca e creare liste di lead da esportare».

Stella Margonar era uno dei membri del gruppo dedicato alla track “Atoka History”. La missione era creare una cronologia delle ricerche compiute dall’utente, e usarla per offrire nuovi servizi. «Abbiamo creato – dice Stella – un prototipo integrato nel portale di Atoka che raccogliendo i dati li usa per presentare all’utente la cronologia delle ricerche, in modo analogo a quanto accade con qualsiasi browser; fornisce raccomandazioni basate sulle aziende già visualizzate, e sugli interessi di altri utenti con una cronologia simile».

C’era poi il gruppo “Atoka per fogli Google”. «Abbiamo sperimentato un add-on per i fogli elettronici Google con un duplice scopo – spiega Daniela Scardi –. Il primo era rendere più semplice l’esportazione di alcune tipologie di dati da Atoka, aggiungendo uno strumento personalizzabile alla consueta esportazione delle liste in formato Excel/CVS». Il secondo è stato «integrare nuove funzioni facilmente richiamabili direttamente all’interno delle celle del foglio di calcolo, così da permettere agli utenti di esplorare la vasta disponibilità di dati che trovano in Atoka». Durante l’hackathon il gruppo ha creato un mock-up dell’add-on che li ha aiutati a ragionare meglio sull’esperienza utente. Dice Daniela: «Abbiamo reso più utilizzabili le funzioni attivabili sulle celle, creando un accesso preferenziale alle informazioni principali e velocizzandole attraverso delle chiamate batch».

Il team con Reka Marincsak ha lavorato sulla track “Chrome extension”. In questo caso l’obiettivo era migliorare l’estensione Chrome di Atoka, basata su un modello freemium, per risparmiare tempo, trovare nuovi contatti e ottenere importanti dati aziendali direttamente dal browser. Dice Reka: «Abbiamo creato un prototipo che rileva, quando l’utente lo richiede, le citazioni di aziende nella pagina, e mostra i dati di base su di loro, compresi manager e contatti. Mostra titoli e link ad altre notizie recenti, o siti web che menzionano l’azienda; rileva la citazione di persone nella pagina; consente all’utente di prendere una semplice nota e un bookmark».

Ma oltre a scatenare la creatività del team di SpazioDati, l’hackathon è stata una magnifica occasione anche per ricaricare le batterie! Sostenuti dalle massiccia quantità di kilocalorie assunte a colazione, pranzo e cena (gli eccellenti menù comprendevano strangolapreti, canederli, stinco di maiale, speck e polenta), i ragazzi e le ragazze di SpazioDati si sono cimentati in una ciaspolata notturna per controllare se gli orsi stavano ancora dormendo (la risposta è sì), e hanno liberato il loro fanciullino interiore con una gara di slittino assai competitiva, degna di un’Olimpiade invernale!